Letter to a gamer: la newsletter senza pubblicità, senza sponsor e senza AI

Letter to a gamer è per chi si è stufato di chiedersi se l'opinione che sta ascoltando o leggendo è pagata oppure no.

Letter to a gamer: la newsletter senza pubblicità, senza sponsor e senza AI

-English version below-

Letter to a gamer è per chi si è stufato di chiedersi se l'opinione che sta ascoltando o leggendo è pagata oppure no.

Letter to a gamer è indipendente, finanziata dai lettori e non accetta regali.

Letter to a gamer non cercherà di vendervi alcunché e non ha sponsorizzazioni, o affiliazioni.

Letter to a gamer è nata perché tra pubblico e critica si è creata una spaccatura che, però, può non essere insanabile.

Letter to a gamer ripudia l'IA generativa per qualsiasi contenuto: ogni cosa è scritta da me - Riccardo Lichene - giornalista professionista iscritto all'albo e critico videoludico.

Letter to a gamer è fatta per i lettori e con i lettori: se c'è un gioco AAA che la community vuole recensito, il suo l'acquisto verrà effettuato in crowdfunding perché credo che i lettori siano disposti a spendere un'euro per un'opinione esperta e indipendente prima di spenderne 80 per un nuovo videogioco.

Letter to a gamer non dà voti perché non pretende di essere universale. I giudizi di qualità ci saranno, ma l'analisi sarà incentrata sul pubblico di riferimento e sui pregi e i difetti del titolo in esame.

Letter to a gamer non è solo NO: è essenziale, quindi niente recensioni fiume da 15mila parole; è onnivora, quindi conta solo la qualità e non esiste un gioco troppo piccolo; è intersezionale, quindi vi dirò con chiarezza e senza mezzi termini se un gioco (o i il suo autore) è sessista, misogino o omotransfobico.

Letter to a gamer è un'opera di selezione. In un mondo che fa uscire più di 15mila videogiochi l'anno, può essere difficile orientarsi o trovare esperienze piccole e medie di qualità. Il mio obiettivo è cercarle, provarle, raccontarle e, nel caso, raccomandarle così che chi legge possa risparmiare tempo e godersi prodotti di qualità.

Letter to a gamer è attenta al portafoglio di chi legge e segnalerà saldi e sconti per i giochi selezionati quando sono in promozione sulle maggiori piattaforme.

Letter to a gamer non può seguire le notizie dell'ultimo minuto ma, con cadenza settimanale, porterà un'analisi di quella/e più importante/i concentrandosi sull'impatto che avrà/avranno sui giocatori e sull'industria.

Letter to a gamer parla con gli sviluppatori, gli artisti, gli sceneggiatori, i compositori e tutti quei professionisti che danno materialmente vita ai giochi. Le interviste saranno con chi i giochi li fa e parleranno anche del lato tecnico perché c'è tanto lavoro dietro le quinte che non è solo interessante ma, spesso, è uno degli elementi più importanti delle innovazioni che un gioco mette sul piatto, ed è giusto dargli visibilità.

Letter to a gamer vuole sentire la voce dei suoi abbonati: un gruppo telegram dedicato è disponibile a tutti coloro che si abbonano ed è lì che verranno condotti i sondaggi per prendere le decisioni più importanti..

Letter to a gamer sta dalla parte dei whistleblower: l'anonimato per chi ha qualcosa da denunciare è garantito. Che tu sia dentro, fuori o accanto all'industria, se hai qualcosa da denunciare puoi contattarmi su Signal (+39 3397096135) e la tua sicurezza sarà la mia priorità numero 1.

Letter to a gamer è un progetto autoriale. Io non sono nessuno, non ho milioni di follower e non ho giocato ogni singolo videogioco creato dagli anni '60 ad oggi. Però, sono un giornalista professionista che ha studiato l'etica e la storia, e amo questo medium. La legge dice che in quanto professionista non posso fare pubblicità e non posso promuovere un bel niente a rischio di venire radiato dall'albo.

Ma non è per questo motivo che non vedrete né pubblicità né sponsorizzazioni su queste pagine. La mia missione è ricostruire la fiducia che anni di #ad omessi da giornalisti e content creator hanno infranto; o almeno provarci.

Perché c'è tanta passione in chi crea i videogiochi, tanto amore per le storie, le bossfight, le clutch impossibili, i raid; e tante notti insonni a perfezionare l'animazione di un NPC che si incontra al dodicesimo step di una missione secondaria.

Voglio raccontarvi di quella passione e di come sia ancora viva e vegeta nonostante i tagli, i licenziamenti e le più oscene monetizzazioni. Voglio convincervi che la mia critica videoludica è al vostro servizio, non al soldo delle multinazionali, e per farlo ho bisogno del vostro aiuto.

Letter to a gamer considera i videogiochi una forma d'arte

Letter to a gamer costa quattro euro al mese.

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