La Robloxizzazione di Fortnite - Redux

La Robloxizzazione di Fortnite - Redux

Letter to a Gamer è al suo quarto numero che, come storia di apertura, espande il tema della lenta trasformazione di Fortnite in Roblox di cui abbiamo iniziato a parlare nella scorsa edizione. Rinnovo, come ogni settimana, il mio grazie agli abbonati, il cui contributo mi permette di portare avanti questo progetto. Sostenendo economicamente la newslettere non solo avrete accesso alla versione completa (con la recensione di Jump Space, i consigli della settimana e un editoriale su Marathon) ma sosterrete il mio giornalismo indipendente che potrà restare senza pubblicità, senza sponsor e senza AI.

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+ La robloxizzazione di Fortnite
- Che diavolo è Blippo Plus
+ Palworld 1.0 arriva nel 2026
- Tagli fuori dall'animus di Black Flag

La versione interna a Fortnite di Steal a Brainrot ha raggiunto l’impensabile traguardo di 542mila giocatori contemporanei, 45mila in meno del picco di Silksong su Steam. Ad aver raggiunto questi numeri folli non è nemmeno un’esperienza fatta da Epic come il famoso concerto di Travis Scott o di Ariana Grande, ma un “gioco” realizzato da degli utenti e diventato popolare tramite il passaparola.

Lo strumento che ha reso questa rivoluzione possibile si chiama UEFN (Unreal Engine Editor for Fortnite) ed è un vero e proprio toolkit per sviluppatori con cui realizzare interi videogiochi usando i milioni di asset di Fortnite. Il ministero del turismo del Friuli-Venezia Giulia ha appena lanciato la sua esperienza interna a questo ecosistema per promuovere le sue città e location più iconiche.

A breve, i creatori di esperienze con lo UEFN potranno iniziare a vedere cosmetici all’interno dei loro mondi che gli utenti potranno acquistare tramite V-Bucks (la valuta specchio dei soldi reali di Fortnite) ricevendo una parte del guadagno in termini di denaro reale. Attualmente la monetizzazione di queste esperienze avviene solo tramite engagement e paga bene solo chi fa grandissimi numeri.

Tutto cambierà quando il modello di Fortnite diventerà quasi uguale a quello di Roblox: un ecosistema in cui sono gli utenti a produrre la maggior parte dei contenuti che restano ad accesso gratuito, ma che saranno pieni di cosmetici prima, potenziamenti poi, in vendita per denaro reale.

L’anno scorso Epic ha dato in pagamento ai suoi creatori UEFN 352 milioni di dollari: interi studi di sviluppo ora lavorano a questo tipo di esperienze e non faranno che moltiplicarsi dopo l’annuncio più recente. Persino il CEO di Epic si è vantato dei numeri di Steal a Brainrot dicendo su Twitter: “Questi potrebbero essere i primi segnali di un futuro in cui è la Modalità Creativa a guidare Fortnite”.

Il battle royale per cui il gioco è diventato famoso, infatti, sta ricevendo sempre meno promozione, sempre meno contenuti di gameplay (i cosmetici continuano ad arrivare a frotte con lo studio che avrebbe interrotto tutti i progetti in corso per produrre il più velocemente possibile le skin di K-Pop Demon Hunters) e sempre meno attenzione.

La direzione è evidente, le conseguenze altrettanto: sempre più contenuti generati con l’AI, sempre più meccaniche (presto monetizzabili) pay to win e un generale crollo della qualità. Il problema è che funziona: nel subreddit dedicato a Fortnite è pieno di commenti di nuovi arrivati che hanno scaricato il gioco proprio per giocare a Steal a Brainrot.

Epic, almeno, ha una reputazione leggermente migliore di quella di Roblox per cui è possibile che i bambini siano più al sicuro sulla sua piattaforma. Solo il tempo potrà dirci se, al moltiplicarsi delle esperienze create dai giocatori, anche gli investimenti in termini di sicurezza, controllo e moderazione resteranno al passo o anche Fortnite diventerà una giungla in cui frotte di predatori sessuali potranno insinuarsi.


Che diavolo è Blippo+ - Il confine tra film, televisione e videogiochi si fa sempre più seottile: Blippo+ è un simulatore di televisione satellitare in cui bisogna fare zapping tra i programmi tv (tutti girati in studio con attori reali) del pianeta Blip. Soap opera, sitcom, telegiornali, show della sera e persino un canale meteo, tutto a disposizione di chi gioca per risolvere un mistero. L'estetica è piacevolmente fine '80-inizio '90 e l'atmosfera è decisamente underground.

Palworld 1.0 arriva nel 2026 - Nonostante l'armata di avvocati, cause e brevetti che la grande N ha sguinzagliato contro gli sviluppatori di Pocketpair, Palworld continua il suo sviluppo e ha annunciato che nel 2026 arriverà la versione 1.0. Non contenti, hanno appena annuciato Palworld: Palfarm, un management sim che sembra incredibilmente familiare a Pokopia, il nuovo titolo Pokémon in cui chi gioca veste i panni di un Ditto trasformatosi in umano per gestire una fattoria. Si tratta (come ribadito dalla stessa compagnia in un tweet) di una delle coincidenze più ironiche degli ultimi mesi perché è evidente che Pocket Pair non abbia sviluppato gioco e gameplay nella settimana tra l'annuncio di The Pokemon Company e il proprio. Questo vuol dire solo che la casa di sviluppo ormai ha un talento nel fiutare i trend in arrivo.

Tagli fuori dall'Animus di Black Flag - Secondo una voce di corridoio ormai riconfermata da diverse fonti interne a Ubisoft, c'è un remake di Assassin's Creed Black Flag in lavorazione allo studio di sviluppo francese. Un'altra voce di corridoio molto più recente, però, ha causato le ire dei fan perché Ubisoft avrebbe tagliato tutte le parti al di fuori dell'animus dell'iconico titolo della serie. Dobbiamo ammetterlo, non erano il massimo perché il gioco è stato il primo senza Desmond, ma se devi fare un remake (il successo di Metal Gear Solid Delta e le ire attorno a Final Fantasy VII Rebirth lo dimostrano) è imperativo farlo uguale all'originale, senza cambiare la storia e senza tagliare parti (anche quelle poco sviluppate o superflue) dell'originale.


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Ci vediamo alla prossima lettera,
Riccardo "Tropic" Lichene

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